La musica sa…

Leggevo stamane una rivista on line di racconti/recensioni musicali, rendendomi improvvisamente conto di quanto fosse vacuo il mio progetto "Me against the music" – una raccolta di 31 racconti (il numero aveva la sola intenzione di scimmiottare Nick Hornby).

Vacuo, affrontato solo in parte e per di più un tantino tamarro per astrazione musicale, non credo che il mio quasi-romanzo potesse interessare soltanto per l’introspezione e lo stato d’animo che puntuali accompagnano la colonna sonora del mio quotidiano. Ovviamente ci avevo pensato in occasione della bocciatura al concorso Arpanet "Concepts – musica" – stroncatura mal assimilata, lo ammetto, in quanto avevo già ricevuto un contratto da firmare (e poi firmato!) sui diritti delle opere. (Tra l’altro, a chi interessa, ora Concepts si cimenta in Arte, Cinema, Moda e Gusto, se volete partecipare, io ho gettato la spugna).

Poi ho visto il fiorire dei vari volumi che strizzano l’occhio alle canzoni, qualche giorno fa sulla Stampa c’era Luca Sofri, immortalato accanto alla moglie Daria Bignardi e alla figlia in occasione della pubblicazione della sua raccolta – ipotizzo che si tratti della fortunata rubrica sulla sfortunata rivista Donna di cui era direttore la moglie  – la pagina si chiamava "Una splendida giornata" e aveva il potere di farti entrare dentro un brano anche senza averlo mai ascoltato (il mio "mulo" lavorava al trotto mp3izzando suggerimenti). (Al contrario di Nick Hornby che riusciva a rendere noiose anche canzoni ormai storicamente riconosciute come capisaldi della cultura musicale internazionale).

radio Ora, mi ritrovo con una sensazione di mediocrità stile saporino amaro in fondo al palato. Ok, niente più aspirazioni letterarie, o esercizi di stile sull’onda dell’onda (radio).

Soltanto accompagnamenti leggeri.

Come i Subsonica, quando la mattina c’è la nebbia tra le colline.

Max Gazzé che fa splendere ogni giorno il sole.

Elisa e Ligabue quando salgo in auto, e canticchiando "quante cose che non sai di me, quante cose che non puoi sapere, quante cose da portare nel viaggio insieme" guardo di sottecchi mio marito alla guida, e poi nostro figlio sul seggiolino, infine le colline che amo e che in questo periodo mi colmano gli occhi.

I Muse, con Time is running out, nel giorno del compleblog. Ribattezzata, oggi che l’ho rispolverata negli archivi del pc e l’ho ritrovata ricca di un nuovo sensuale fulgore, sexy song. Penso che stasera andrò in Via Cavour, e chiederò se quella guépière bordeaux che c’è in vetrina esiste anche nella mia misura.

Con le lacrime di melanconia dello scorso venerdi ha funzionato il cd preso settimana scorsa a teatro, soprattutto quella strofa "the hills are alive with the sound of music" tradotta liberamente ma felicemente con un LA MUSICA SA COSA VUOLE IL CUORE un po’ buonista, meno montanara, altrettanto spensierata.

Riassumo? Il mondo non è perfetto, ma per fortuna c’è una canzone perfetta per ogni mondo. Che vogliate narrarla, che la canticchiate guidando, che l’ascoltiate e basta.

22.11.2006

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